Antonio Boggia (Schignano, 17 aprile 1800 – Milano, 8 marzo 1862) fu un vetturino e serial killer italiano, soprannominato "Il Mostro di via Monti" a causa della via dove si trovava la sua abitazione a Milano. È considerato uno dei primi assassini seriali documentati nella storia italiana.
Boggia era un uomo dalla personalità apparentemente normale, ma nascondeva un'indole violenta e una forte ossessione per il denaro. Usava il suo lavoro di vetturino per attirare le sue vittime, spesso contadini e commercianti che si recavano a Milano per affari. Li uccideva a colpi di scure, poi li derubava e ne seppelliva i corpi nella sua cantina.
Modus Operandi:
Scoperta dei Delitti:
I delitti di Boggia furono scoperti nel 1861 a seguito della scomparsa di una donna, Angelo Poretti. L'indagine portò alla perquisizione della sua abitazione e alla scoperta di diverse salme sepolte nella cantina.
Processo e Condanna:
Il processo a Boggia fu un evento mediatico di grande risonanza. Venne condannato a morte per impiccagione per l'omicidio di almeno quattro persone, anche se si sospetta che le vittime fossero molte di più.
Esecuzione:
Antonio Boggia fu impiccato pubblicamente a Milano l'8 marzo 1862.
Significato Storico:
Il caso di Antonio Boggia è importante non solo per la sua efferatezza, ma anche perché rappresenta uno dei primi casi di omicidio seriale documentati in Italia, contribuendo alla nascita della criminologia e allo studio del profilo degli assassini seriali. Il caso Boggia ha anche acceso un dibattito pubblico sull'efficacia della pena di morte.
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